domenica 12 agosto 2007

La casta ....riflessioni sull'etica

L’etica è una stronzata?
Cosa c’entra con la politica!


Se c’è La casta degli eletti ci sono anche gli elettori.
Se i partiti politici navigano a vista anche la democrazia, pur riconosciuta come un valore etico fondamentale, si trova immersa nelle nebbie, in balia del potere dominante, l’unico vero potere forte: quello economico, naturalmente libero da ogni ripensamento etico.

Passati di moda (meglio dire emarginati e fatti fuori dal sistema) i sogni, gli ideali ed il senso etico della vita, rimane solo la navigazione a vista, priva di rotta, misurabile solo sui chilometri macinati e sul carico raccolto.
Per molti l’etica, il chiedersi se ciò che accade o ci si accinge a fare, è bene o male, può apparire un esercizio inutile e faticoso: in altre parole, piuttosto che sbagliare rotta, meglio navigare a vista.

Purtroppo però, sostituire qualsiasi valutazione etica con il semplice riconoscimento della crisi dei valori, lascia un vuoto costante, quotidiano, che continua ad essere condizionato dal dominio del sistema economico.
La politica non è esente da questa crisi, ma anzi continua a navigare a vista, in acque dominate dal potere economico ( v.intercettazioni – banche – potentati economici – ecc…) godendo dei privilegi di una franchigia comportamentale (etica) dai limiti variabili, come variabile sembra l’intervento della legge.
In questo quadro, chiedersi se una cosa è giusta o sbagliata appare fatica inutile, una partita da boys scout, una stronzata che può solo rompere quando uno ha ben chiaro il proprio obiettivo.
In realtà è la corsa a questo o quell’obiettivo la vera stronzata. E’ questa corsa che sta trascinando intere generazioni, seminando soprattutto tra i giovani un nichilismo incosciente, una sofferenza diffusa, sottile ed instancabile che li accompagnerà tutta la vita.
Una vera sofferenza esistenziale per la quale il sistema ha approntato tanti succedanei più o meno forti e potenti (fare soldi - acquistare cose - stare alla moda - il successo - il denaro - il potere - l’apparire - ecc…) seguiti dal divertimento, inteso come diversivo anch’esso, naturalmente, omologato dalla moda del momento. Il risultato è che la vita passa da una forma di dipendenza ad un’altra, per fasi omologate dal sistema, alcune di queste eccitanti (es. carriera, ricerca del successo, sport divertimenti, ecc...) altre più o meno disgreganti (compresa la dipendenza da cocaina,eroina,ecc…): per tutti l’importante è mantenere un sano pragmatismo preparandosi ad essere competitivi.
Chi arriva primo vince, l’etica non conta.
I sistemi usati, le furberie, i furbastri ed i furbetti del quartierino, gli accordi tra politica e poteri economici, la corruzione legittimamente e strategicamente interrotta ed utilizzata ma mai finita (v. anche la cronaca di questi giorni) le raccomandazioni, la recente denuncia dei privilegi della casta (-recente- sta solo a sottolineare il ruolo dell’informazione giornalistica di sistema), le deviazioni vere ed inventate, le fregature dei meno abbienti ecc…
Tutto e valutato nella società come in un'azienda, esclusivamente sul risultato: l’etica, naturalmente, non conta. Conta, esclusivamente, quanto alla fine si è portato a casa.
Il sistema si preoccupa che tutti corrano verso i premi del palo della cuccagna, altri penseranno per loro, liberandoli dalle stronzate dell’etica e suggerendo con la moda ed altre figate il percorso migliore.
Per il mercato, che ha elevato la competitività a riferimento ideologico, nessun giovane o meno giovane deve sentirsi bloccato da domande sul bene o sul male.
Preoccuparsi degli effetti del prodotto sull’individuo, sul suo stile di vita, sull’ambiente, sul suo futuro non è un problema del mercato.
Preoccuparsi di perseguire obiettivi che tengano conto di quale società vogliamo, di quale mondo vogliamo non è un problema della politica che sembra ambire semplicemente, alla buona (con quali risultati…) amministrazione della cosa pubblica.


Cosa c’entra l’etica con tutto questo? Non c’è bisogno dell’etica!
Cosa c’entra l’etica con i soldi che guadagna un giocatore di calcio in Italia, o con le ricchezze ultrastellari di certi finanzieri che fanno girare capitali speculando sulla testa della gente?
Forse con gli stessi soldi potremmo strappare alla morte milioni di bambini affamati!
Cosa c’entra l’etica!
Tutte stronzate: “tanto al calcio non ci rinuncio e me ne frego dell’etica, del mercato, delle speculazioni finanziarie, dei compensi miliardari dei calciatori e della gente che muore di fame”.
Tanti ragionano così. Chi sta nel gioco, se ne frega beatamente del futuro e magari anche di quello di suo figlio. Ripeto, cosa c’entra l’etica?




In effetti, la confusione tra etica e morale religiosa (pur non considerando l’etica e la morale esattamente dei sinonimi) non è così lontana dalla realtà.
Con le ideologie, dichiarate retaggio ottocentesco e cacciate nell’armadio delle vesti logore, sono stati allontanati anche i fantasmi di qualsiasi forma di idealismo, di visione del mondo, di senso dell’azione, lasciando come unico riferimento alternativo il pragmatismo, tanto caro al sistema economico.
Pertanto, l’unico riferimento etico, in un paese dove il fascismo è stato sconfitto dalla storia, il socialismo è stato polverizzato da tangentopoli ed il comunismo sepolto dal muro di Berlino, rimane quello religioso.
Da qui la necessità per il mondo laico, della società civile e quindi anche della politica, di riconquistare un proprio spazio etico, come riferimento valoriale di una visione del mondo che riconosca al centro dei propri interessi l’uomo ed il suo ambiente liberandoli dal dominio del sistema di mercato.
Uno spazio quindi autonomo, dialettico, non fondato esclusivamente su pragmatismo, amministrazione dello stato e qualche manciata di welfare condiviso dalle parti sociali. Uno o più programmi fondati su principi etici ed ideali, laici ma non pregiudizialmente alternativi o antitetici all’etica religiosa.
L’importante è che sia effettivamente distinto ed autonomo, cosciente di discendere dall’aspirazione universale di veder affermati in ogni campo i diritti inalienabili di libertà, fraternità ed uguaglianza tra tutti gli uomini ed, oggi più che mai, tra tutti i popoli della terra.
Forse tra tante stronzate dare un senso etico alla nostra vita potrebbe ridarci il piacere di sognare, di credere in qualcosa, senza dipendere dalla continua conquista di cose, drogando le nostre esistenze, annientando gli ideali che, come diceva Schelling, sono per l’uomo come l’aria che respira.

In altre parole senza ideali la politica perde la propria ragion d’essere, i giovani soffocano ed il mondo muore.

(da ILPERCORSO ed. Supernova pag.264)

“ Gli individui, figli del sistema di mercato, sono avvolti da una spirale d'egocentrismo, concentrati sul sé in funzione di accumulo (di piacere e di cose), di egoismo ed indifferenza. Sentono di non contare più nulla, convinti di non poter influire su nulla, tutelati da un sistema che credono onnipotente, in realtà è il nulla che si lascia andare nel nulla: oltre il sogno l’illusione della realtà, oltre la realtà se non si riesce a sognare c’è solo il nulla.”