mercoledì 21 novembre 2007

Il nuovo partito di Berlusconi e riflessioni precedenti



Una sola domanda.
L’esposizione mediatica, l’isola dei famosi della nostra giustizia, paga?

Certamente, stampa e Tv non ne traggono vantaggio in termini d’immagine e credibilità in quanto il loro obiettivo rimane lo spettacolo, l’audience, mentre la frequente, quasi consuetudinaria rappresentazione sui media dei giudici e del loro operato rischia di danneggiare irrimediabilmente attendibilità e ruolo della giustizia.
In questo contesto appare chiaro che per la stragrande maggioranza dei giornalisti e dei giudici questa discesa in piazza non può che danneggiarli, minando la loro stessa credibilità professionale, a tutto ed esclusivo vantaggio dei pochi fortunati colleghi sovra-esposti, i partecipanti all’isola dei famosi, coloro che hanno imparato la lezione, quelli più spregiudicati, i furbetti, quelli che hanno capito che “mostrarsi” e “parlare attraverso le pagine dei giornali” può trasformare una difesa in un’ attacco ed una causa persa in una possibile vittoria, quantomeno sul piano delle prospettive personali.
Per i magistrati tale vantaggio personale appare evidente, direi quasi sovra-esposto, considerata la numerosità dei giudici alla ribalta.
Del resto, il lungo elenco dei “servitori della giustizia” passati dalla sovra-esposizione mediatica e politica al Parlamento è sufficiente a dimostrare quanti di loro, “sovraesposti “, noti alle cronache per qualche inchiesta “coraggiosa” sono finiti in questi anni in Parlamento.
Per molti magistrati protagonisti della stampa e di talk shoow, l’aver utilizzato l’autonomia e l’esposizione ideologica e/o mediatica, dopo aver usato il codice come una clava per colpire l’immaginario collettivo (il famoso giustiziere) ha comportato la visibilità e quindi il riconoscimento politico del loro operato, con conseguenti onori pubblici e privati.
Per molti si sono aperte le porte del Parlamento e gli incarichi di prestigio (consulenze, ecc…) mentre per qualcuno, come l’attuale ministro Di Pietro, salito alla ribalta nel massimo fervore mediatico di tangentopoli, è stato possibile addirittura fondare un nuovo Partito politico con tanto di finanziamenti pubblici, quello appunto definito dal settimanale “Panorama” l’Italia dei valori (immobiliari).

- Mi chiedo se i giornalisti, alla costante ricerca di scoop, hanno guadagnato in questi anni tanti soldi, fama e potere quanto alcuni giudici finiti, grazie a loro all’isola dei famosi, trasformati in vittime del proprio dovere, in veri e propri miti, esaltandoli con un’eccezionalità d’immagini che suona a mortificazione di quanti operano nel silenzio (nelle aule di giustizia come in altri settori…) per risolvere quotidianamente i tanti problemi della Gente e del Paese.
Miti costruiti, come nel caso di alcune vicende giudiziarie, per la notizia shock che fa vendere qualche copia in più, attirando l’attenzione dell’uomo della strada, magari perché colpisce il potente di turno, rispondendo a qualche aspirazione politico-ideologica o, più banalmente, sollecitando le più volgari pruderie popolari (il cosiddetto gossip).

- Mi chiedo se la Stampa, finanziata ampliamente con denaro pubblico, può continuare a comportarsi come un qualsiasi macellaio, limitandosi a dare in pasto ai propri lettori ciò che vogliono o, peggio, ciò che suggeriscono i cosiddetti poteri forti, quelli che guidano le testate giornalistiche ed i rispettivi finanziamenti pubblici, senza fare il massimo sforzo per difendere la buona informazione, l’autonomia dei media e, con essi, anche l’autonomia di giudizio dei cittadini.

Se questa aspirazione appare utopica chiediamoci almeno dov’è finita l’etica e quale futuro ci dobbiamo aspettare.


Di “casta”in “casta”
Dalla casta dei media ….all’ Italia dei valori (immobiliari).


Premesso che ritengo l’Autonomia della magistratura un valore indiscutibile per la tutela della Giustizia e della Democrazia a condizione che tale “privilegio” ( privilegio in quanto unico rispetto ad altri lavoratori dello stato quali forze dell’ordine, forze armate, pubblici dipendenti, ecc…) dimostri tutta la sua validità, in quanto garante di obiettività giuridica, altrimenti è preferibile, al di fuori di qualsiasi ipocrisia, approdare al sistema in vigore in altri paesi, senza alcun pregiudizio verso l’elezione diretta dei giudici.
L’autonomia voluta dalla Costituzione (art.104), per essere utile alla democrazia e credibile, dev’essere ineccepibile, sotto ogni punto di vista, libera da ogni condizionamento ideologico o sociale (il giudice non può ergersi a giustiziere per ideologia o a furor di popolo) altrimenti tale garanzia istituzionale si può rivelare un pericolo per le stesse istituzioni democratiche prese di mira dalla stampa per l’apertura di questa o quell’inchiesta o per l’invio, -peraltro a tutela degli stessi interessati- degli avvisi di garanzia (trasmessi dai media con il senso esclusivo d’indizio di colpevolezza).
Ultimamente, tale pericolo si è reso più manifesto con la spettacolarizzazione della cronaca giudiziaria, spesso evidente sin dall’informazione dei “fatti”, diventata consuetudine di stampa e TV con la moda invasiva dei processi in piazza sfornati in continuazione, con un occhio di riguardo ai lettori e all’audience più che al rispetto della giustizia, cardine fondamentale della Democrazia e della nostra convivenza civile.
Possiamo così constatare, quotidianamente, in barba all’autonomia dei giudici, come il processo mediatico sia ormai entrato a far parte anche delle strategie di difesa ed accusa, trascinando nella spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie la stessa dignità della giustizia.

Veltroni e il “famolo strano” (da il settimanale Panorama)


…..

Sarà contento il Beppe protestatario! Dopo i suoi V days è sorto un nuovo partito. Il PD darà una risposta anche ai suoi V days. Non sia impaziente! La nuova macchina da guerra si sta attrezzando. Non gli sarà facile protestare in futuro. Quelli del PD, che non sono degli sprovveduti come i vecchi politici della prima repubblica, sapranno rispondere per le rime, con provvedimenti immediati ed adeguati ai provocatori V days. Basta avere solo un po’ di pazienza! Veltroni e company stanno organizzando lo strumento partitico in termini democratici, e moderni. Per che farne? Si deciderà successivamente. Non c’è fretta. L’importante è renderlo uno strumento partecipato e moderno. Poi si vedrà. Per usarlo c’è sempre tempo. Di V days ce ne sarà anche per tutti a cominciare proprio dal Beppe qualunquista e protestatorio.
Intanto l’unico a parlare è lui, il capo. L’ultima e sul sistema elettorale alla tedesca, corretto alla spagnola tenendo conto però della realtà italiana.
Tranquillo Beppe in democrazia ognuno dice la sua, l’importante è non confondere il PD con il vecchio PCI o la vecchia DC. Questo è un partito nuovo. Così accanto al partito Italia dei valori “immobiliari” avrai anche il PD, partito nuovo, della democrazia e del modernismo. Finalmente per i cittadini si annunciano cose concrete.
Non più ideali o riferimenti ideologici novecenteschi ma una sana politica delle cose, a partire dagli strumenti che dovranno gestirle. Siano esse immobiliari o meno.
Ma…come sarà questo strumento che dovrà rinnovare la politica, se ancora non si conoscono i programmi e la sua collocazione internazionale. Stare con il PPE o il PSE fa una certa differenza! In questo momento l’unico che può rispondere è lui, il capo, Veltroni il quale, misurando le parole, apre il proprio film con un po’ di fumo (si fa per dire) per predisporre gli animi ad una soluzione nuova all’italiana, anzi, in onore della sua festa del cinema alla romana, con uno splendido “famolo strano”

Fa pensare all’ennesima commedia all’italiana. Degna risposta, alla romana, ai V.days. Tuttavia, quando ho visto sull’ultimo numero di panorama questa espressione ho pensato che Veltroni con simpatia, in quanto “il candidato premier”aveva definito con due parole la nota accoppiata tra gli orfani del PCI e quelli della sinistra DC: due parole tanto colorate quanto significative. Per una accoppiata di tal genere il “famolo strano” non è solo un tentativo di “non scontentare nessuno” ma una verità che nasce dalla storia quasi una predisposizione genetica. Questo matrimonio, nato per conquistare il centro e governare per il prossimo ventennio, è un matrimonio che può sopravvivere solo per qualche tempo e con molta fantasia. In tal senso anche il “famolo strano” può aiutare. Buona accoppiata!

Arriva anche BERLUSCONI

Dopo il “famolo strano” di Veltroni arriva Berlusconi!
Dopo il Partito Democratico avremo anche un nuovo partito del popolo!
Piatto ricco mi ci ficco!
Il piatto è naturalmente sempre il centro politico, quello dell’elettorato che non si identifica con la destra o con la sinistra. L’elettorato del “centro moderato”, quello che ha fato la fortuna della vecchia DC. Quello che oggi, più modernamente, si può aggregare con il “nuovismo”, con l’”anchismo”, con la distribuzione delle risorse una tantum, con le non scelte, o meglio con programmi e provvedimenti che puntano a raccogliere sempre e comunque consensi a prescindere da qualsiasi scelta politica di fondo, decisiva, vera. In questo la peculiarità italiana è salvaguardata in quanto, la classe politica del Bel Paese si identifica sempre più esclusivamente nel potere ed in coloro che lo detengono.
In tal senso la conquista del centro da parte del neonato PD e del futuro Partito di Berlusconi non sarà l’inciucio post-elettorale della grande coalizione ma certamente un ulteriore impoverimento dell’Italia degli ideali e di quanti credono nell’alternativa di governo ( come accade nei paesi a democrazia matura del nord-Europa, nord-America, ecc…) sottraendo agli elettori l’unico vero strumento di tutela democratica garantita dal voto (naturalmente con le preferenze).
Il potere, “la casta” innanzitutto!
Perché rischiare, per il rispetto dell’ambiente, per la difesa dei più deboli, ecc…di infastidire i poteri forti, rischiando di perdere le elezioni?

1 commento:

Caramon ha detto...

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