domenica 9 marzo 2008

LA POLITICA DELLE FACILI PROMESSE

Non poteva che essere così.
Fatte fuori le visioni del mondo ed eliminati i portatori di ideali, quelli che ancora credono nei valori fondanti dell'Europa, i cattolici popolari ed i socialisti.
Rimangono così le promesse da realizzare il giorno dopo il voto salvo poi aggiornarle il giorno prima del prossimo voto.
La realtà è davanti a tutti noi e tutti abbiamo la percezione che ci voglia altro che qualche promessa di regalie ed aggiustamenti.
L’Italia si sta isolando dal resto dell'Europa. Il marcio antico
del compromesso storico e del capitalismo senza socialismo sta esibendo la sua marcia trionfale incurante dell'Europa (dove governano socialisti, popolari o liberali), del mondo e soprattutto dello stesso Paese che continuerà ad essere governato, navigando a vista, con grandi promesse e molto conservatorismo.
Le grandi lobby italiane stiano tranquille, potranno continuare ad accumulare lauti guadagni trovando, anche in questa tornata elettorale, chi terrà a bada il popolo bue giocherellando con quanti avanzeranno richieste troppo costose (sindacati, associazioni di consumatori, ecc.) ed isolando i partitini più riottosi (socialisti, cattolici, sinistra radicale).
Loro, i salvatori della patria, gli illuminati dal capitale, dalla competitività e dalla funzionalità aziendale della democratica Italia (Berlusconi, Veltroni e compagni) hanno pensato bene ad oscurare le altre voci in nome e per conto dell'Italia che conta: quella dei poteri forti.

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