sabato 8 dicembre 2007

LETTERA A BEPPE GRILLO

LETTERA A BEPPE GRILLO



Caro Beppe

al di là dei farisaici distinguo sul metodo, che alcuni avanzano, mi sento di condividere quasi sempre le Tue battaglie sulla difesa del nostro habitat, e sullo stato decadente del governo del nostro paese con corruzione e mal costume in primo piano, tanto che la seconda repubblica non appare migliore della prima ( quella che ti stava tanto antipatica…e che ha fatto la fortuna del Ministro dell’ Italia dei “valori” )
Tuttavia, tra le tante tue battaglie la battaglia principe, quella che condivido più di tutte le altre è la battaglia che punta direttamente al cuore delle arretratezze culturali del paese:
la battaglia sulla disinformazione.
La disinformazione è anche la vera assicurazione del sistema.

Questo è un paese che predica la libertà quando da anni tutti i gangli vitali della vita politica, economica, giudiziaria e culturale sono bloccati e manipolati dalla disinformazione: la grande sorella dei poteri forti ed occulti che amano esporsi poco e manipolare molto.

Purtroppo anche la disinformazione è frutto della storia di questo paese raccogliticcio e garibaldino che ha tantissimi difetti e, tra i pochi pregi la cultura, che però non ha ancora trovato alloggio nei media, dove prevale la disinformazione, mentre il pubblico, assettato di cose giuste e belle, plaude a Benigni che ha offerto uno scampolo di satira – spettacolo e cultura, aiutando l’audience a fuggire, almeno per una sera dall’isola dei famosi.

Come si sa, il tipo di cultura dilagante, è quello più funzionale al sistema e quindi, tutto si rivela inutile, se non si combattono i punti cardine del sistema medesimo.

In particolare la voglia di apparire sta ai media come i media stanno alla disinformazione.
In altre parole, in un paese come il nostro, dove a differenza di molti altri paesi occidentali, l’etica viene confusa con la morale che sta solo nel Dna del vero credente (merce sempre più rara) mentre dovrebbe albergare nel comune cittadino, portatore di civiltà e quindi soggetto a diritti-doveri, in quanto tale.
Viceversa, nella cosiddetta “vita civile” del nostro bel - paese, con la caduta del senso etico, emerge l’esaltazione dei furbetti del quartierino e del partitino, la deresponsabilizzazione diffusa, e quindi il prevalere dell’apparire, dell’avere e del potere come valori primari.
Ovviamente, cadute le garanzie delle carriere per merito (si sa che in questo ci distinguiamo …vedi i familiari arruolati nelle TV e ….nella carta stampata - la consuetudine delle raccomandazione e/o segnalazioni…ecc… ) ai nostri giovani rimane il precariato (nel lavoro…nella famiglia…nella vecchiaia..) e la via dei media dove la scorciatoia è rappresentata dall’apparire.

Ho scritto un paio d’anni fa ( chiedo scusa per l’autocitazione) :

“siamo stati travolti dalla società dell’avere, del potere e dell’apparire dimenticando per strada l’essere, il rispetto per “ciò che siamo” a prescindere da “ciò che abbiamo”

Da “IL PERCORSO - dal miracolo economico alla globalizzazione” Edizioni Supernova Venezia - anno 2007



Caro Beppe,
bisogna avere il coraggio di affrontare il sistema alle radici e, a costo di apparire dei banali moralizzatori, scuotere l’etica per riscoprire il valore dell’essere.

Solo così possiamo difendere veramente i nostri figli dall’assedio del consumismo, dall’ideologia della competitività e dalla supremazia degli interessi economici su tutto il resto, compreso il presente e, purtroppo, anche il loro futuro.

Solo combattendo il valore assoluto attribuito al denaro si possono vincere le battaglie per il rispetto dell’individuo e del suo habitat altrimenti rimaniamo fermi al romanzo epico, al Don Chisciotte.

Infatti, com’è ormai risaputo, nella logica economica di mercato tutto passa in secondo piano.

Tu stesso portando alla ribalta, con spirito veritiero e combattivo questo o quel tema, contribuirai a ripulire le coscienze, sotto lo sferzare del tuo giavellotto quale impavido cavaliere (per questo certamente degno di premi) garantendo però, anche con il tuo ruolo di comico satirico, di fustigatore dei costumi internauta moderno, la stessa continuità di sistema.

Alla prossima…

Con stima e simpatia

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